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BlogRubrica di Alimentazione #4: consigli per un’alimentazione corretta

Questa rubrica di alimentazione intende fornire dei suggerimenti ad alunni e famiglie dell'Istituto Leopardi di Padova per una alimentazione più corretta. Si ritiene infatti che il cibo giusto favorisca non solo la salute, bensì anche l'apprendimento. E i casi di cattivo funzionamento dell'apparato digerente, fra i giovani, sono in aumento. Inoltre, poiché si tratta pur sempre di informazioni scientifiche, la rubrica concorre alla formazione scientifica degli allievi dell'Istituto.

Nella puntata precedente (numero 3) di questa rubrica avevamo citato la dieta dell'uomo del paleolitico come un'indicazione utile per la scelta dei cibi da mangiare quotidianamente. Ci ritorniamo brevemente per dare ulteriori informazioni e per esprimerne i limiti.

La ricerca scientifica, che ha dato origine perfino a un movimento del paleolitico, si trova nel New England Journal of Medicine del gennaio 1985 e ha per titolo: Nutrizione nel paleolitico: considerazioni sulla sua natura e implicazioni, autori S. Boyd Eaton e Melvin Konner. Poiché auspichiamo che questa rubrica sia letta anche dagli studenti, insistiamo sulla necessità di fornire sempre la fonte di una notizia, in modo che chiunque possa leggersi il testo originale. Non vi è cosa peggiore, nell'informazione scientifica, del sentito dire, dell'approssimazione dei concetti, della superficialità nel riportare notizie di seconda mano. Ebbene l'idea di fondo dell'articolo succitato è: il corpo umano è geneticamente programmato per seguire non la dieta moderna, bensì la dieta dell'uomo antico. La costituzione genetica umana è cambiata poco dal tempo dell'apparizione di homo sapiens sapiens. E l'organismo umano è stato plasmato più dal tempo prolungato passato come cacciatore raccoglitore (100.000-200.000 anni) che dal breve tempo successivo all'avvento dell'agricoltura (neolitico, 10.000 anni fa). Una delle conseguenze paradossali del cambio di dieta, avvenuto con l'avvento dell'agricoltura eM dell'allevamento nella storia umana, è il seguente: le patologie sono aumentate e la vita media è diminuita!

La cosa ha dell'incredibile se si pensa che agricoltura e allevamento sono considerate un grande passo avanti nell'evoluzione umana. Effettivamente agricoltura e allevamento hanno sottratto l'uomo alla continua spasmodica ricerca del cibo quotidiano, liberando tempo per altre attività (l'arte per esempio). Oggettivamente sono state una grande conquista della cultura umana. Eppure la vita umana non ne ha tratto giovamento. Anzi è peggiorata. Il dibattito su questi contenuti è aperto. In un articolo apparso su The Washington Post (Usa) il 17/02/2016 a firma di Peter Whoriskey (Che cosa ci dice il Dna dell'uomo delle cavene sul movimento paleo) si fa il punto della situazione. Alcuni ricercatori infatti sostengono che non sia vero che abbiamo smesso di evolverci e che quindi vi siano stati, dopo l'avvento dell'agricoltura, numerose modifiche genetiche proprio in risposta al cambiamento di alimentazione (Anne C. Stone). La risposta di Eaton e Konner è la seguente: le variazioni genetiche per l'adattamento ai cambiamenti introdotti dall'agricoltura vi sono state, ma sono poco numerose e comunque di gran lunga meno numerose dei cambiamenti genetici causati dalla dieta dell'uomo del paleolitico. Nonostante il fascino della tesi di Eaton e Konner bisogna ricordare che la paleontolologia è una scienza che si basa soltanto su reperti fossili e che questi sono relativamente poco numerosi. Inoltre non vi è certezza sul tipo di alimentazione dell'uomo del paleolitico, se non che era sostanzialmente vegetariana.

Oggi sulla cosiddetta dieta del paleolitico gioca molto la deformazione culturale della civiltà occidentale. Secondo l'opinione corrente la carne è insostituibile, nonostante la presa di posizione della Oms che l'ha posta fra le sostanze probabilmente cancerogene (e gli insaccati fra le sostanze sicuramente cancerogene, come amianto, pvc e alcol). Ecco allora che il movimento paleo indica come cibo ottimale la carne (non di allevamento) e dà l'ostracismo ai cereali: un tributo al pregiudizio della nostra società, piuttosto che una tesi basata sui risultati delle ricerche (secondo le quali l'uomo del paleolitico era sostanzialmente vegetariano). Comunque le tesi di Eaton e Konner sono plausibili e possono essere d'aiuto nella ricerca della dieta ottimale per l'uomo moderno. Questa dovrebbe essere composta prevalentemente da vegetali, relegando a un consumo occasionale carne e cereali, i due caposaldi della dieta moderna. Peccato che solo da alcune migliaia di anni e soprattutto da due o tre secoli siano diventati il cibo principale umano. Prima era diverso.

Prof. Diego Marchetti

Un'idea di India