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BlogRubrica di Alimentazione #13: ospiti intestinali [Prima parte]

In questa puntata della rubrica di alimentazione tratteremo delle ricerche più recenti che riguardano l'intestino e il suo funzionamento.
Si tratta di una autentica rivoluzione copernicana nel campo di dieta e alimentazione, ma probabilmente riguarda anche l'intera medicina.
In poche parole: si sta scoprendo il ruolo dei batteri che ospitiamo nel nostro intestino (e anche nella pelle e in altre parti del corpo).
Non si tratta di poca cosa: sono circa 100.000 miliardi di individui, appartenenti a un migliaio di specie batteriche diverse. Per fare un confronto, si consideri che le cellule di un essere umano sono alcune decine di migliaia di miliardi. Ebbene, i batteri sono in numero almeno doppio delle cellule. É vero che sono molto più piccoli, ma non irrilevanti, persino come massa: la massa dei nostri ospiti è circa di un chilo, un chilo e mezzo. Paragonabile alla massa del cervello e a quella del fegato. E costituiscono letteralmente un altro organo del nostro corpo.

In questo inizio di XXI secolo, il nostro rapporto con i batteri in generale e con quelli intestinali in particolare (chiamati anche microbiota o flora intestinale) dipende dalla scoperta di Pasteur della seconda metà del XIX secolo, secondo la quale numerose malattie dipendono proprio da loro. Quest'idea ce la portiamo dentro fino al punto di considerarli i nemici principali della nostra salute (assieme ai virus), con due conseguenze: pratiche igieniche ossessive e uso smodato di antibiotici.
Ebbene i risultati che emergono dalle ricerche degli ultimi 3 – 5 anni indicano invece che non vi sono soltanto batteri patogeni, bensì batteri innocui se non addirittura utili e utilissimi. La distruzione dei batteri intestinali (per esempio con antibiotici), associata a una dieta errata producono gravi effetti sulla salute.

La maggior parte del pubblico, ma anche della classe medica, ignora queste ricerche. Malattie autoimmuni, infiammazioni intestinali, malattie metaboliche, cardiopatie, diabete, obesità e cancro originano da alterazioni dei microrganismi che coabitano con noi.
Uno stato di grave alterazione della flora batterica intestinale si chiama disbiosi ed è riconosciuto come fonte di numerose patologie. La naturopatia tedesca già da 30 anni ne aveva segnalato l'importanza e aveva svolto ricerche approfondite sul campo (H. Herget, F. Perger, C. Letzel).
L'organismo umano, secondo questa nuovissima visione delle cose, è un ecosistema complesso nel quale vi è un equilibrio fra le varie specie di batteri e l'uomo. Quindi un equilibrio fra geni umani e i geni dei batteri. Si tenga conto che mentre i geni dell'uomo sono 20-30.000 (e quelli di una singola specie di batteri sono soltanto dell'ordine di poche migliaia di geni), le specie di batteri potenzialmente presenti sono circa mille e quindi i geni batterici che possono essere presenti nell'intestino sono alcuni milioni.
L'idea più rivoluzionaria è la seguente: l'organismo umano si avvale dei geni dei batteri per produrre sostanze a lui necessarie. Cioè l'organismo umano ha a disposizione non solo i propri geni, ma anche un altro patrimonio genetico, cento volte maggiore, apportato gratis dai batteri.

Come si forma il microbiota (cioè la flora batterica intestinale)?
Prima della nascita il feto si trova in un ambiente sostanzialmente sterile.
La colonizzazione con battteri avviene alla nascita. Se il parto è naturale, il bambino si "contamina" con i batteri della madre presenti nel canale vaginale. Se il parto è cesareo si contamina con i batteri epidermici di madre e ostetrica. È interessante notare che in gravidanza nell'intestino prendono il sopravvento i firmicutes (batteri capaci di estrarre tutte le calorie presenti nel cibo), nei genitali della madre aumentano i lattobacilli, nei dotti galattofori i bifidobatteri (che se non vi è allattamento vengono perduti).
Subito dopo la nascita i primi colonizzatori dell'intestino del neonato sono i lattobacilli, che sviluppano il sistema immunitario e metabolizzano il latte materno. Dopo la nascita il neonato comincia ad arricchire il suo sistema microbico, fino a 27 mesi circa.
Infine a tre anni l'intestino del bambino vede una massiccia presenza di bifidobatteri.
Vi è un'intimo legame fra la strutturazione della varietà del microbiota infantile e il sistema immunitario dell'adulto.
Il massimo sviluppo del microbiota avviene fra i 20 e i 40 anni (la massima varietà di batteri giusti conferisce ottime risorse contro le malattie).
Poi, durante la vecchiaia, si assiste a una involuzione del microbiota.

Come indagare la popolazione batterica di un individuo? Fino al 2006 ciò era estremamente difficile (prima lettura di un microbioma umano avvenne nel 2006 a opera di S. Gill).
Oggi lo si fa trovando la sequenza del gene 16S rRNA, gene batterico, non umano.
A seconda della sequenza (di "basi") si scoprono i diversi tipi di batteri, perchè ognuno possiede una diversa sequenza del gene 16S.
Nei cittadini europei vi sono 3,3 milioni di geni batterici.
La metagenomica è la disciplina che studia la genetica batterica intra-intestinale.
Si possono modificare i geni batterici intestinali?
Innanzi tutto a fronte delle 900 specie batteriche potenzialmente presenti nell'intestino, in realtà un individuo ne ha a disposizione circa 140 (interessante sapere che i batteri colonizzano non soltanto l'uomo, ma anche tutte le specie animali: e sono grosso modo gli stessi).
I geni batterici si possono modificare in tre modi. O assumendo pre-biotici (sostanze nutritive dei batteri) specifici per una classe di batteri che riteniamo utile; o somministrando ceppi batterici specifici per via orale (i cosiddetti fermenti lattici o probiotici); o trapiantando ceppi batterici di un individuo sano nell'intestino di un malato.
Ma il modo più corrente di farlo in questi anni è la somministrazione di antibiotici: che siano utili verso alcune malattie non c'è dubbio, ma si dimentica che oltre ai batteri patogeni gli antibiotici massacrano anche tutti i batteri che ci sono utili.

Che funzioni hanno dunque i batteri dell'intestino?
Poichè apportano moltissimi geni aggiuntivi rispetto a quelli presenti nel Dna umano, i batteri aggiungono potenzialità adattative alla fisiologia dell'uomo. Molte di queste sono ancora sconosciute. Molte si attivano solo in caso di necessità.
Nuovi batteri possono essere aggiunti entrando in contatto con ambienti nuovi.
Per esempio attraverso il contatto con gli animali domestici.
Una prima risposta alla domanda precedente è: i batteri servono a ottimizzare le risorse energetiche. Per esempio ci forniscono geni che producono enzimi per l'assorbimento di nutrienti degli alimenti.
A seconda del tipo di batteri presenti (in maggioranza) nel nostro intestino, avremo un accurato assorbimento di tutta l'energia disponibile, oppure un assorbimento più ... distratto, che ne trascura porzioni. Per esempio i batteri firmicutes sono degli ottimi utilizzatori di energia. Ecco il motivo per cui in gravidanza aumentano. Ma se non vi è gravidanza portano all'obesità.

Riassumendo, il microbioma (cioè il patrimonio genetico complessivo del microbiota) è influenzato da:
- tipo di parto
- tipo di allattamento
- età
- contatto con animali
- contatto con ambienti diversi
- uso di antibiotici
- attività fisica
- dieta

Il cibo che arriva all'intestino è l'unico che i batteri possano mangiare. Sapendo che cosa mangia un individuo si può prevedere che tipo di flora intestinale possiede.
Quando mangiamo dobbiamo chiederci: ciò che mangio piacerà ai miei batteri?
O meglio, a quale tipo di batterì piacerà: a quelli che mi sono utili o a quelli che mi sono dannosi?
(continua)

Diego Marchetti
(gran parte dei concetti espressi in questo articolo sono tratti da:
Alla scoperta del microbioma umano di Fabio Piccini – 2015 (libro elettronico reperibile in Amazon).
Altre ricerche fondamentali (su supporto cartaceo) si trovano in:
Il mito della dieta di Tim Spector - 2015
L'intestino felice di Giulia Enders - 2014
Dimagrire con l'intestino di Axt Gadermann - 2015)

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