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BlogRubrica di Alimentazione #11: Il secondo cervello

Questa rubrica di alimentazione intende fornire suggerimenti ad alunni e famiglie dell'Istituto Leopardi di Padova per una alimentazione più corretta.
Si ritiene infatti che il cibo giusto favorisca non solo la salute, bensì anche l'apprendimento.
E fra i giovani i casi di cattivo funzionamento dell'apparato digerente sono in aumento.
Inoltre, poiché si tratta pur sempre di informazioni scientifiche, la rubrica concorre alla formazione scientifica degli allievi dell'Istituto.


Il secondo cervello

L'intestino possiede un’enorme quantità di nervi, numerose molecole segnale, sistemi di interconnessione nervosa. Solo un altro organo ha una complessità analoga: il cervello. Ecco perché la rete nervosa dell'intestino viene anche chiamata cervello enterico.
Se l'intestino servisse solo al transito e assorbimento del cibo, la presenza di un sistema nervoso così complesso sarebbe uno spreco. Il fatto è che l'intestino manda un’elevata quantità di segnali al cervello. Se si analizza l'insieme delle comunicazioni fra cervello e intestino, ben il 90% sono segnali che vanno dall'intestino al cervello e solo il restante 10% percorre il cammino inverso (dal cervello all'intestino).

Chi comanda dunque?

Inoltre: i segnali che dall'intestino vanno al cervello raggiungono solo alcune zone di quest'ultimo. Se si prendono in considerazione queste zone e si analizza quali funzioni vengono da esse svolte, si resta sconcertati: tutte zone in cui si elaborano funzioni alte. Precisamente: senso del sé, elaborazione dei sentimenti, etica, paura, memoria e motivazione.
Allora le nostre funzioni alte sono guidate dall'intestino?
No, ma sono da questo nettamente influenzate.
Una serie di esperimenti fatti molto recentemente (dopo il 2010), hanno mostrato che chi ha un intestino in buona salute se la cava meglio in situazioni di stress e ha performance migliori in fatto di memoria e apprendimento.

Il cervello è l'organo più protetto del corpo. E più isolato. Ha bisogno dunque di molte informazioni da parte degli organi che sono in contatto col mondo esterno: organi di senso, pelle e intestino.
Ci si pensa poco, ma in realtà l'intestino è un organo esterno. Rappresenta la superficie di contatto col mondo esterno. E la più vasta. Se la pelle ha una superficie di circa 2 metri quadrati, l'intestino, con le sue pieghe, ha una superficie cento volte più grande. L'intestino è in grado di raccontare tante cose su di noi che il cervello altrimenti ignorerebbe del tutto.
Un esperimento svolto nel 2013 su alcuni volontari mostrò che migliorando nettamente le condizioni dell'intestino, si modificano alcune aree del cervello: in particolare quelle dell'elaborazione dei sentimenti e del dolore.

Quasi vent'anni fa, fu pubblicato il primo grosso lavoro sul sistema nervoso enterico e cioè: Il secondo cervello di M.D. Gershon, che raccoglieva decenni di esperimenti fatti per descrivere appunto i nervi dell'intestino. L'opera è per specialisti, ma descrive molto bene la complessità del sistema nervoso enterico.
A un certo punto l'autore si chiede: che necessità vi era di un secondo cervello?
La risposta che si dà Gershon è: la complessità delle funzioni enteriche è molto alta; se fosse stata regolata dal primo cervello, la quantità di fasci di nervi che dovevano partire dalla testa per raggiungere la pancia sarebbe stata troppo grande; molto più comodo dotare l'intestino di un proprio sistema nervoso.
Che se la sbrigasse lui!

[Parte delle informazioni di questo articolo sono tratte da L'intestino felice di Giulia Enders, libro chiaro e simpatico, ma soprattutto sorprendente.]
Diego Marchetti - Professore di Chimica

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