BlogRubrica di Alimentazione #7: l’importanza di una dieta varia

Questa rubrica di alimentazione intende fornire suggerimenti ad alunni e famiglie dell'Istituto Leopardi di Padova per una alimentazione più corretta. Si ritiene infatti che il cibo giusto favorisca non solo la salute, bensì anche l'apprendimento. E i casi di cattivo funzionamento dell'apparato digerente, fra i giovani, sono in aumento.
Inoltre, poiché si tratta pur sempre di informazioni scientifiche, la rubrica concorre alla formazione scientifica degli allievi dell'Istituto.
Varietà dell’alimentazione quotidiana
Nelle Linee guida per una sana alimentazione italiana (revisione 2003) lo INRAN (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) insiste sulla necessità di variare l'alimentazione quotidiana.
Insiste anche perchè tale variazione sia applicata agli anziani (pag. 74), più propensi a seguire una dieta monotona.
La motivazione di tale invito è la seguente: gli alimenti ci devono fornire delle sostanze indispensabili, che l'organismo non è capace di costruirsi da solo; e poiché non esiste un unico alimento che le contenga tutte, ecco la necessità di variare molto spesso gli alimenti. Inoltre la continua variazione elimina il rischio di ingerire quotidianamente sostanze antinutrizionali contenute (naturalmente) nei cibi e di ingerire sostanze artificiali tossiche, dovute al sistema di produzione degli alimenti (pesticidi, conservanti, coloranti eccetera).
Quando però l'Istituto si mette a elencare i gruppi di alimenti fra i quali apportare variazioni, si nota che si tratta di quattro classi su cinque di alimenti concentrati e soltanto di quattro porzioni su dodici di alimenti diluiti.
Che la variazione quotidiana di alimenti sia importante è già sottolineato dallo Inran, anche se nelle raccomandazioni scivola nel pensiero comune.
Allora qualche altra considerazione e suggerimento.
La ricchezza di elementi nutritivi straordinari che hanno i vegetali è dovuta alla loro staticità. Non potendosi muovere, i vegetali sono stati costretti dall'evoluzione a costruirsi centinaia se non migliaia di sostanze che potessero fungere da difesa. Le stesse sostanze sono quelle utili all'uomo, perchè così si è evoluto, dato che la sua dieta è stata prevalentemente vegetariana. Si è adattato a quei vegetali dei quali si nutriva, ricavandone tutti i vantaggi possibili anche per sé.
Che il concetto di variabilità sia importante è dimostrato anche da una tecnica colturale, chiamata consociazione. Quando si piantano specie orticole diverse nello stesso appezzamento di terreno, si è scoperto che alcune di queste agiscono in modo sinergico. Per esempio carote e cipolle si difendono a vicenda da insetti dannosi: la carota tiene lontana la mosca della cipolla e la cipolla tiene lontana la mosca della carota.
Cavolo e sedano (o pomodoro) stanno bene insieme, in questo caso perchè il sedano (o pomodoro) tiene lontani i parassiti del cavolo.
Le patate traggono giovamento dall'essere piantate vicino all'orzo perchè l'attacco della dorifora (parassita micidiale per la pianta giovane di patata) viene ritardato a quando ormai la pianta è cresciuta.
Altra dimostrazione della efficacia chimica delle piante si può osservare nella mancanza di specie vegetali sotto alcuni alberi. Sotto le conifere per esempio non cresce erba, ma anche il noce per esempio si difende chimicamente letteralmente diserbando il terreno sottostante la pianta attraverso la produzione di sostanze chimiche specifiche.
In conclusione la varietà di cibi vegetali (quelli commestibili però) ci fornisce una straordinaria sequela di sostanze utili.
Secondo alcune ricerche l'uomo antico (paleolitico) si nutriva di ben 500 tipi diversi (!!!) di piante erbe radici. Se si pensa che le piante di cui noi uomini moderni ci nutriamo non superano la ventina, ci si accorge della differenza fra la nostra alimentazione e quella dei nostri predecessori. (vedi L'Intestino felice di G. Enders Sonzogno (2015).
E noi quante piante diverse riusciamo a mangiare al giorno?
Difficilmente superiamo le venti - trenta.
Un abisso.
Diego Marchetti