BlogRubrica di Alimentazione #5: qualche osservazione sul cibo concentrato

Questa rubrica di alimentazione intende fornire dei suggerimenti ad alunni e famiglie dell'Istituto Leopardi di Padova per una alimentazione più corretta.
Si ritiene infatti che il cibo giusto favorisca non solo la salute, bensì anche l'apprendimento. E i casi di cattivo funzionamento dell'apparato digerente, fra i giovani, sono in aumento.
Inoltre, poiché si tratta pur sempre di informazioni scientifiche, la rubrica concorre alla formazione scientifica degli allievi dell'Istituto.
Cibo concentrato
Per definire quale sia la dieta migliore per l'essere umano, è necessario dotarsi di strumenti culturali nient'affatto banali. Per esempio occorre avere dei criteri di classificazione dei cibi, che siano utili allo scopo.
Uno di questi criteri è quello della distinzione fra cibo concentrato e cibo normale.
È l'uovo di Colombo, ma non se ne parla.
Si ricordino i pasti in pillole degli anni sessanta. Erano nati con le prime missioni spaziali. Facevano inorridire, ma esprimono bene il concetto di cibo concentrato.
Il cibo in pillole è l'estremizzazione del concetto di cibo concentrato. E si allontana dalla nostra idea di cibo tanto quanto il nostro cibo (concentrato) è lontano dal cibo dell'uomo primitivo (diluito).
Il cibo concentrato è stata forse l'invenzione più grande della storia e risale a 10.000 anni fa, con la coltivazione dei cereali e l'allevamento degli animali da carne. Con quegli alimenti non occorreva più mangiare due-tre kg di alimenti al giorno (per lo più vegetali). Bastava (si fa per dire) un panino e una bistecca. E la fame andava via.
Da allora il cibo concentrato è stato affiancato sempre più al cibo normale dell'uomo del paleolitico. Ma nella società moderna si mangia quasi esclusivamente cibo concentrato, mentre in quelle primitive (paleolitico) ci si cibava di alimenti prevalentemente diluiti.
La parola “diluito” significa con più acqua.
l termine “concentrato” significa con meno acqua.
Per molto tempo di cibo concentrato ce n'era relativamente poco. Pochi i prodotti dell'allevamento (o della caccia), pochi quelli dell'agricoltura Da mezzo secolo invece il cibo concentrato è l'unico presente nelle nostre mense.
Mattina mezzogiorno e sera.
Pane, pasta, pizza, carne, insaccati, pesce, formaggi, uova, biscotti, dolci, patate, fagioli… la nostra scelta è fra questi alimenti.
Tutti concentratissimi.
Con questo cibo, il consiglio è: mangiatene poco, perchè il nostro organismo non si è formato consumando questo genere di alimenti.
Vanno bene sporadicamente. Non certo quotidianamente.
Ma è questo l'unico cibo disponibile?
Nei supermercati questo cibo copre almeno il 75% degli scaffali. Resta solo un 25% occupato da verdura e frutta.
A questo punto è bene citare dei numeri.
I vegetali sono in massima parte cibo diluito, tranne cereali, legumi, patate, banane.
Un etto (cioè 1 hg) di lattuga, di cavolo, di pomodoro eccetera, ha un contenuto di acqua che varia fra l'83% e il 96% (tutta la frutta e la verdura hanno una quantità media d'acqua del 89%).
Invece un etto di uova ne contiene il 73%, un etto di carne il 57%, un etto di pane contiene solo il 36% d'acqua.
Confrontiamo ora questi valori con il contenuto di acqua del latte materno, l'alimento che sostiene tutti nel primo anno di vita: acqua fra 83% e 89%.
E' chiaro?
Se vogliamo un cibo che assomigli al latte materno dobbiamo rivolgerci alla verdura (e a qualche frutto).
Anche se facessimo il confronto fra le proteine (mito dei nostri tempi, sfatato da The China Study, di Colin Campbell), otterremmo valori di proteine dei vegetali (e non si parla qui di legumi!) prossimi a quelli del latte materno.
Che conclusione se ne può trarre?
Solo il cibo vegetale (soprattutto verdura) ha le caratteristiche di cibo diluito proprie dei primi tempi di vita e simili a quelle del cibo dell'uomo primitivo, quello in cui il nostro Dna si è stabilizzato.